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A scuola di cottura di Tavolette (1)

 

Abu Tbeirah Team

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Qualcuno può pensare che cuocere le tavolette di argilla sia una cosa relativamente semplice, certo meno complicata che preparare il ragù….

In realtà, le cose non stanno proprio così. Una tavoletta iscritta con caratteri cuneiformi, per bene che vada, non ha meno di duemila anni e ce ne sono alcune che sfiorano i cinquemila. Non esiste nessun altro oggetto nella tradizione dell’uomo che abbia resistito per così tanto tempo e con un numero così grande di informazioni su di esso.  Tutte queste informazioni sono contenute in uno spessore che a volte non supera il millimetro, cioè la profondità del segno inciso sull’argilla fresca. Lo scriba antico, infatti, oltre a descrivere il mondo intorno a lui aggiungeva nella tavoletta tutta una serie di dati che molto spesso ci fanno sapere dove, quando e in quale occasione la tavoletta è stata scritta.

Tavoletta Sumerica Arcaica (ca. 3000-2900 a.C.)

Nonostante il fatto che siano oggetti di argilla, e che quindi  le tavolette, una volta seccate, siano praticamente indistruttibili, il contatto con la terra, le condizioni ambientali in cui si sono conservate e altri fattori fanno sì che quella piccolissima porzione della loro superficie, che contiene quei dati così importanti per ricostruire la storia del mondo antico, si deteriori o venga resa illeggibile da incrostazioni di sale.

Prima, quindi, che il filologo possa leggerle, le tavolette devono spesso essere sottoposte ad un trattamento che pulisca e consolidi la superficie. E qui entra in gioco la cottura…

Infatti, per togliere le incrostazioni di sale sarebbe necessario mettere la tavoletta nell’acqua, ma questa procedura distruggerebbe l’argilla della tavoletta non cotta. Quindi, prima di lavare via il sale mediante l’immersione in acqua distillata, la tavoletta deve essere resa impermeabile mediante la cottura nel forno.

Tavoletta cuneiforme del I millennio a.C.

Dopo una serie di tentativi che si sono susseguiti da quando le prime tavolette arrivarono nei musei occidentali ,alla metà del XIX secolo, oggi questa procedura è abbastanza consolidata.

Di tutto questo e altro ancora, relativo al modo migliore per conservare le tavolette cuneiformi, si sta parlando in un corso ad Erbil, Kurdistan, presso l’Istituto Iracheno per la Conservazione e il Restauro, tenuto da Franco D’Agostino e Carmen Gütschow.

 

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